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No a speculazioni, solidarietà e vicinanza a ragazzi e operatori di San Patrignano.

 

Esprimo la mia vicinanza e solidarietà agli operatori e ai ragazzi della comunità di San Patrignano – che ricordo in Europa è la più grande struttura terapeutica di recupero contro le tossicodipendenze – per ciò che stanno vivendo in questi giorni a causa di chi, presumibilmente accecato dall’ideologia e da chissà quali interessi personali, specula sulla docuserie messa in onda da Netflix , dimostrando tutta la propria povertà d’animo e faziosità.
Le dipendenze patologiche sono un dramma complesso che attanaglia la nostra Italia e il mondo intero, troppo spesso non adeguatamente attenzionato dalle istituzioni e dalla stampa, tanto da dover far attivare le persone di nobile volontà e generosità verso l’accoglienza e la cura degli ultimi, così da restituire alla vita i sofferenti e le loro famiglie. Trovo grave che nell’attuale assordante silenzio che caratterizza il problema droga e l’annessa cura, riempito solo sporadicamente dalla sterile contrapposizione tra proibizionisti e antiproibizionisti, alcuni rappresentanti dei mezzi di comunicazione stiano destinando così tante parole per attaccare Vincenzo Muccioli e San Patrignano. Un attacco strumentale e senza la sincera e autentica volontà di offrire verità a una parte di storia italiana controversa, che non trova giustizia e rispetto nella sua narrazione parziale, sommaria e manipolativa. Sarò sempre al fianco di tutti coloro che si rimboccano le maniche, capaci di guardare oltre il recinto del proprio individualismo, mettendosi in gioco per assistere i più fragili ed emarginati. E sarò sempre contro i delatori, capaci solo di puntare il dito, innalzarsi a “giudici, arbitri in terra del bene e del male”, troppo presi da se stessi e dalla ricerca della propria misera notorietà.