Purtroppo, apprendiamo dalla stampa che l’esito degli esami tossicologici ha confermato che la morte del bambino di 2 anni, deceduto a Longarone il 28 luglio, è avvenuta a causa dell’ingestione di una dose di hashish, sostanza rinvenuta in casa e consumata dal padre. L’ennesima drammatica morte annunciata- aggiunge- conseguenza di un’emergenza che, come FdI, abbiamo già da tempo denunciato, segnalando che i più piccoli assumono droga perché la trovano incustodita a casa e la ingeriscono, come abbiamo evidenziato che con una cadenza sempre maggiore i bimbi vengono al mondo già positivi alla cocaina o all’eroina, perché l’uso di sostanze spesso non si ferma nemmeno in gravidanza. Un problema che in Italia sarebbe in crescita, come spiegato dal Dott. Paolillo vicepresidente della Società italiana di neonatologia e primario del Policlinico Casilino di Roma che – già nel 2019 – ha evidenziato la presenza di ‘una ventina di casi ogni anno di bambini positivi alle sostanze stupefacenti, con picchi di ricoveri.
La morte del piccolo di Longarone e di tutti gli altri bimbi dimostra la pericolosità della spinta verso la normalizzazione dell’uso di droghe e la marginalizzazione dei servizi pubblici per le dipendenze patologiche e delle comunità terapeutiche portata avanti negli ultimi 10 anni dai governi di sinistra che si sono succeduti. L’Italia deve mettere al centro la tutela della vita, in particolare quella dei più piccoli e indifesi. Bisogna potenziare gli interventi di prevenzione, cura e recupero affinché la lotta alle dipendenze giunga alle persone e nelle famiglie prima che sia troppo tardi