A Tor Bella Monaca c’è un parco dove ogni giorno centinaia di tossicodipendenti si fanno di eroina alla luce del sole. Spacciano, rubano e si prostituiscono per racimolare i soldi che occorrono per comprare la droga, tutto ciò avviene a due passi da una scuola elementare
Giorgio è accovacciato sotto un albero, nell’erba alta, da lontano lo si intravede appena. Non ci dice dove abita, ma sappiamo che ad aspettarlo a casa ci sono una moglie e quattro figli.
Nessuno di loro conosce il suo segreto. A guardargli le braccia non si direbbe, eppure è uno dei tanti tossicodipendenti che si incontrano nel parco di via Londonio, a Tor Bella Monaca, conosciuto anche come “il parco del buco”.
“Io non mi inietto nulla eh? La fumo solo sulla stagnola”, ci tiene a precisare mentre scarta la sua dose di polvere bianca. “È un grammo, sono settanta euro”. Il benessere svanirà tra qualche ora, e Giorgio tornerà a farsi. Per allontanare gli spettri di un passato difficile ha bisogno di assumere almeno 3 grammi di eroina al giorno. “Se non mi drogo non riesco neppure ad alzarmi dal letto”. Ma qui non sono tutti discreti come lui. C’è anche chi non ha nessuno a cui dover nascondere i segni dell’ago. Le braccia di Marco, ad esempio, sono martoriate da ferite vecchie e nuove. L’ultima è di qualche minuto fa, e sanguina ancora. Lo incontriamo mentre si tampona il braccio con un fazzoletto. Lui non è di zona, è uno di quelli che arrivano qui prima di tutto per comprare. Perché in questo quadrante di periferia, che è anche una delle principali piazze di spaccio della città, procurarsi una dose è facilissimo.
“Li vedete quei palazzi lì? – dice indicando le case popolari che costeggiano via dell’Archeologia, veri e propri fortini della droga – Lì spacciano tutti, anche se ogni tanto arriva la polizia”. Marco ha quarantacinque anni e si droga da quando ne aveva quindici. Per rimediare il denaro che gli occorre è disposto a tutto. “Si va spacciare, si va a rubare, quando ci stai dentro non ragioni più, ti ritrovi a fare cose che non vorresti”. In questo mondo artificiale il senso del limite scompare, assieme alla paura. “So che può sembrare assurdo ma io non ho paura di morire, non mi rendo conto dei rischi che corro”. Fa impressione sentirglielo dire, ancor di più guardando lo striscione che campeggia alle sue spalle, affisso su una cancellata arrugginita. È dedicato a Sergio, morto di overdose nel 2014, sullo stesso prato dove in tanti continuano a bucarsi.
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A prendersi cura di questa gente ci sono gli operatori di Villa Maraini, che forniscono ai tossicodipendenti le siringhe pulite, raccolgono quelle usate, ed allertano i soccorsi quando qualcuno si sente male. “L’eroina che danno qui – ci confessa un operatore – è monnezza, e un giorno sì ed uno no qualcuno va in overdose”. Tra gli habitué del parco del buco, più di un centinaio di italiani e stranieri, ci sono anche le donne. “Si prostituiscono in cambio della droga e gli atti osceni sono all’ordine del giorno, tanto che i bambini non possono nemmeno più affacciarsi dalla finestra”, racconta indignata una mamma, mentre attraversa il parco a passo svelto per andare a prendere suo figlio a scuola. Sì perché a due passi da questa area verde c’è anche una scuola elementare.
Percorrendo il perimetro esterno del plesso scolastico incappiamo in siringhe, lacci emostatici e boccette di metadone. Anche all’interno però, ci spiegano le mamme, mostrandoci immagini e video, capita di trovarne. “La preoccupazione che i bambini si possano fare male e la rabbia di vederli immersi in questo schifo è insopportabile, sono anni che denunciamo la situazione ma non è cambiata di una virgola”. La soluzione, secondo Nicola Franco, consigliere municipale di Fratelli d’Italia, potrebbe esser quella di spostare il furgoncino che distribuisce le siringhe pulite. “Quel servizio è fondamentale – sostiene il consigliere – ma è sbagliato il contesto, non si possono distribuire siringhe vicino ad una scuola”. La deputata di Fratelli d’Italia Maria Teresa Bellucci, invece, punta il dito verso il Campidoglio. “Questa situazione non è figlia del caso, quando la sindaca Raggi si è insediata, la prima cosa che ha fatto è stata azzerare i servizi per le tossicodipendenze, stiamo parlando di 3 milioni di euro andati dispersi, e allora di che ci meravigliamo?”. Così in questo angolo di periferia i consensi del Movimento si sono quasi dimezzati: dal 41 per cento delle amministrative 2016, al 25 delle europee.
Fonte: video e articolo de Il Giornale.